La natura umana è tutt’altro che razionale. Raramente in azienda ci si affida ad una analisi psico-antropologica delle debolezze umane.
Consulenti blasonati tentano di farci digerire modelli gestionali rigorosi che si fondano su basi prevalentemente quantitative, inferendo conclusioni secondo un rapporto causa-effetto che nella migliore delle ipotesi è probabilistico, molto più raramente è bayesiano e si fonda principalmente su rappresentazioni del passato.
Per gestire la complessità delle scelte umane diventa allora utile considerare correttamente anche le pulsioni e gli stati d’animo o i sentimenti che guidano le scelte nel bene e nel male, anche in una organizzazione.
Fino a quando la creazione e la gestione delle aziende dipende dai sogni, dai desideri e dalla passione di donne e uomini coraggiosi, disposti a rischiare tutto per migliorare la vita degli altri, ci si porrà sempre lo stesso problema: quale sarà il vizio caratteriale che metterà a repentaglio l’equilibrio della loro organizzazione? Come hanno fatto alcune famiglie a creare imprese pluricentenarie? Come hanno affrontare questi aspetti?
Il segreto è spesso nel tipo di educazione che è stata tramandata di generazione in generazione. Quella efficace privilegia l’equilibrio degli elementi, la capacità di accogliere le critiche, il rispetto degli altri, l’esperienza diretta, tempi lunghi di metabolizzazione e unisce la teoria a tanta pratica sul campo. Insomma, un mix naturale di equilibrio emotivo supportato dalla ragione.
Nel test trovate l’elenco dei nove vizi capitali alla base del carattere di una azienda, con la relativa descrizione del rischio che può metterne a repentaglio la prosperità.
* tratto dal libro “Staying Alive: Perché alcune aziende prosperano da più di 500 anni?” di A. Meleleo, Memo Europe Edizioni – pag. 142, basato sul Me.To.Do.® Emotional Power