Intelligenza emotiva che cos’è e perché può renderci felici
Oggi voglio condividere con voi un passaggio molto interessante di una lezione sull’intelligenza emotiva tenuta il 2 ottobre 2014 al personale di Google dal Dr. Philippe Goldin del Dipartimento di Psicologia di Stanford sul tema “La neuro-scienza delle emozioni”.
Questo contributo fa parte di un programma più ampio di lezioni dedicate a chi lavora in quella azienda chiamato “Search Inside Yourself Course” – “Home grown mindfulness based emotional intelligence Course” e ha lo scopo di sviluppare empatia e intelligenza emotiva per aumentare il benessere globale delle persone.
Ad un certo punto, più o meno verso la metà del corso Philippe ha proiettato una slide per me molto chiara e che spero vi possa essere d’aiuto per comprendere quali abilità e quali competenze sono necessarie per sviluppare la nostra intelligenza emozionale.Philippe illustra molto chiaramente i 7 passaggi che portano ad un livello più elevato di elasticità mentale e auto-consapevolezza, che sono poi alcuni dei passaggi che sviluppo anche nei miei corsi sulle emozioni e sull’educazione emotiva.
Ecco in breve i 7 passi per sviluppare Intelligenza Emotiva
- avere una buona conoscenza di che cosa sono le emozioni e di come funzionano cioè la capacità di rilevare e descrivere i propri stati emotivi;
- la presa di consapevolezza mindfulness di come le emozioni agiscono sul nostro cervello sul nostro corpo e di conseguenza sui nostri comportamenti in reazione agli stimoli ricevuti, cioè la capacità di indirizzare la propria attenzione sul momento e sullo scopo di volta in volta, evitando autocritiche negative;
- la conoscenza di se stessi. Arricchendo e migliorando la nostra comprensione di ciò che in realtà ed effettivamente siamo e come funzioniamo. Prevede l’analisi di come le emozioni vengono vissute da ognuno di noi, cioè l’auto-consapevolezza che consente di arrivare al passo che è
- l’auto-regolazione delle reazioni emotive e dei comportamenti conseguenti, per trovare l‘equilibrio. Quando sono fuori fase, so come regolare me stesso e riportarmi in equilibrio?;
- la motivazione, cioè l’intenzione e l’emozione che spingono all’azione e all’interazione con gli altri;
- passo, che a questo punto è facile sviluppare, è l’empatia cioè la capacità di entrare realmente in sintonia e sentire il riverbero, per così dire, dello stato emotivo di un’altra persona. La caduta del sé quel tanto che basta per assistere qualcun altro in modi sempre più profondi;
- e per finire l’ultimo tassello: lo sviluppo delle cosiddette abilità sociali. Cioè la capacità di comunicare attraverso il linguaggio delle parole con un vocabolario più ampio, e con il linguaggio del corpo inteso come comunicazione para-verbale (tono, volume, ritmo) e non verbale (posture, azioni) per diventare più abili a comunicare con gli altri o anche per essere in grado di valutare e prendere feedback.
Ebbene tutte queste abilità e competenze sono al servizio del miglioramento del quoziente emotivo, della flessibilità psicologica e del nostro benessere.
Il Dr. Goldin ci ha dato delle idee su che cosa fare, a noi sta il compito di come farlo.
Buone emozioni a tutti!
Antonio Meleleo