Perché in una città di 100.000 persone. 5.000 pirla in giro a broccolare violando le restrizioni del decreto COVID-19 li trovi?
La statistica del Prof. Gauss parla chiaro: si chiamano errori statistici.
Il 95% delle persone è allineato, ma c’è sempre il famoso 5% (fino al… ) che è lontano dalla norma. Gestire quel 5% richiede uno sforzo spropositato e a volte non serve: in altri casi invece, come in caso di epidemia, le considerazioni sono e devono essere differenti.
Ma torniamo a chi non rispetta le prescrizioni.
Ovviamente si notano di più di prima – proprio perché sono gli unici in giro – e il cervello di chi osserva tende a cadere vittima di errori classici della mente umana.
Due sono le trappole mentali di cui parlo: le generalizzazioni e l’euristica della rappresentatività
Le generalizzazioni si spiegano facilmente con i proverbi.
“Non far di un’erba un fascio” oppure “una rondine non fa primavera” sono quelli che fanno al caso nostro.
Il cervello osserva un solo fenomeno e subito lo estende arbitrariamente a tutto il campione di osservazione, generalizza a tutto l’universo. E questo non è corretto perché la maggior parte delle casualità sono molto diverse dal fenomeno generalizzato.
Le generalizzazioni di riconoscono quando si usano parole tipo : tutti, nessuno sempre, mai, sono gli unici, solo noi… ecc.
Esempi:
Sono tutti in giro…
Tutti i runner sono pericolosi perché non rispettano il decreto…
Ma tutti quelli che vanno a correre, che problemi hanno?
Ma chi continua a tagliare alberi cos’ha al posto del cervello?
Tutti gli italiani sono indisciplinati…
Tutti i tedeschi sono paurosi e vigliacchi…
Tutti i francesi non si lavano il culo dopo il pensiero lungo…
Gli immigrati sono tutti un problema…
Non porti mai giù la spazzatura…
Qui devo fare tutto io…
Ecc. Potrei andare avanti ad oltranza da quante volte osservo o sento usare a sproposito questo difetto percettivo.
Le generalizzazioni sono MOLTO PERICOLOSE PER LA CONVIVENZA CIVILE: GENERANO NEMICI (soprattutto tra le mura domestiche)
Passiamo ora all’euristica della rappresentatività.
Il cervello si rappresenta una realtà senza considerare tutte le informazioni minime per esprimere un giudizio.
La rappresentatività è un’euristica che porta a formulare giudizi di probabilità sulla base di stereotipi, cioè di quanto un evento sia simile ad una determinata classe di eventi, prescindendo dalla frequenza oggettivamente osservabile di esso: ad esempio “tutti i runner sono pericolosi”
Un altro esempio lampante è il classico luogo comune secondo il quale “gli italiani sono tutti indisciplinati”: numerosi studi empirici mostrano il contrario ma l’osservazione preponderante di alcuni fenomeni porta a avere una distorsione percettiva.
E ancora. Chi ha un mutuo pensa che la maggior parte degli italiani abbia un mutuo, invece ce l’ha solo circa il 19% delle famiglie.
L’euristica della rappresentatività porta alla distorsione cognitiva che consiste nell’applicare la legge dei grandi numeri ai piccoli campioni (vedasi i numeri del lotto riluttanti ad essere estratti) e ad ignorare il fenomeno della regressione verso la media.
Insomma anche l’euristica della rappresentatività è MOLTO PERICOLOSA PER LA CONVIVENZA CIVILE: GENERA NEMICI (soprattutto tra le mura domestiche)
Prova a osservare quando anche la tua mente cade vittima di questi 2 errori.
Ti va?
Ti piacerebbe correggerli?
Se la risposta è sì clicca qui >> Emotional Power
Buone emozioni
Antonio Meleleo